bella la citazione di milton. il paradiso perduto…l’adoro *_______________*
(ricordo di essermi letteralmente “smazzata” per tradurlo :-S )
“…Festante, sollazzevole dicea
Eva così, ma le accendea le gote
Un colpevole insolito rossore.
Il fatale misfatto udito appena,
Stupido, immoto, pallido si feo
Adamo, e tutte un freddo gel gli corse
Le vene e l’ossa, e le giunture sciolse.
Di man gli cade l’apprestato serto,
E le già fresche, or appassite rose
Van sparte al suol; la voce e le parole
Gli toglie un alto orror; nel cor gemente
Così tacito poi seco favella:
– O del mondo ornamento, o dell’Eterno
Ultim’opra e migliore, in cui quant’altro
D’amabil, di gentil, d’almo e divino
Può scorger occhio o imaginar pensiero,
Tutto splendea, come perduta sei!
Come a un tratto perduta! ed ogni vanto
Dell’onor tuo, di tua beltà disparve!
Oh vittima di morte! Al sacro frutto
Come la mano rea stender potesti
E ‘l gran divieto vïolare? Ahi quale
Nemica ti deluse ignota frode
E trascinotti al precipizio ov’io,
Io pur trabocco; chè con te già fermo
Son d’incontrar la morte! E come privo
Di te viver poss’io? come lasciare
Tua dolce compagnia? come dal petto
Svellermi il forte amor che a te m’annoda,
E per questi ermi boschi errar solingo
Un’altra volta? Ah! se un’altr’Eva ancora
D’un’altra costa mi formasse Iddio,
Ah! mai del cor la tua diletta imago
Non m’uscirebbe, mai. No, no, lo sento,
Infrangibil catena a te mi stringe
Della natura: di mia carne sei
Tu carne, ossa dell’ossa, e ‘l tuo destino,
Felice o tristo, il mio destin fia sempre.
Disse, e qual è chi d’angoscioso e fero
Sbigottimento in sè ritorna, e, vinto
Il tumulto del cor, sommesso cede
A irreparabil sorte..”
bella la citazione di milton. il paradiso perduto…l’adoro *_______________*
(ricordo di essermi letteralmente “smazzata” per tradurlo :-S )
“…Festante, sollazzevole dicea
Eva così, ma le accendea le gote
Un colpevole insolito rossore.
Il fatale misfatto udito appena,
Stupido, immoto, pallido si feo
Adamo, e tutte un freddo gel gli corse
Le vene e l’ossa, e le giunture sciolse.
Di man gli cade l’apprestato serto,
E le già fresche, or appassite rose
Van sparte al suol; la voce e le parole
Gli toglie un alto orror; nel cor gemente
Così tacito poi seco favella:
– O del mondo ornamento, o dell’Eterno
Ultim’opra e migliore, in cui quant’altro
D’amabil, di gentil, d’almo e divino
Può scorger occhio o imaginar pensiero,
Tutto splendea, come perduta sei!
Come a un tratto perduta! ed ogni vanto
Dell’onor tuo, di tua beltà disparve!
Oh vittima di morte! Al sacro frutto
Come la mano rea stender potesti
E ‘l gran divieto vïolare? Ahi quale
Nemica ti deluse ignota frode
E trascinotti al precipizio ov’io,
Io pur trabocco; chè con te già fermo
Son d’incontrar la morte! E come privo
Di te viver poss’io? come lasciare
Tua dolce compagnia? come dal petto
Svellermi il forte amor che a te m’annoda,
E per questi ermi boschi errar solingo
Un’altra volta? Ah! se un’altr’Eva ancora
D’un’altra costa mi formasse Iddio,
Ah! mai del cor la tua diletta imago
Non m’uscirebbe, mai. No, no, lo sento,
Infrangibil catena a te mi stringe
Della natura: di mia carne sei
Tu carne, ossa dell’ossa, e ‘l tuo destino,
Felice o tristo, il mio destin fia sempre.
Disse, e qual è chi d’angoscioso e fero
Sbigottimento in sè ritorna, e, vinto
Il tumulto del cor, sommesso cede
A irreparabil sorte..”
🙂