Non vi racconterò quello che è successo, lo sapete già. Vi racconterò la paura di questa giornata, vi racconterò cosa ho provato io.
Arrivare in Piazza del Popolo dopo aver manifestato in modo assolutamente pacifico e leggere la paura sui volti delle persone che hanno manifestato con te. Pensare che riuscire a fuggire da una piazza le cui vie di uscita principali sono bloccate è quanto di più claustrofobico si possa provare.
Eravamo lì, nella piazza e parlavamo tranquillamente poi all’improvviso le cariche. Perché noi dalla piazza vedevamo poco non riuscivamo a renderci pienamente conto di cosa stesse accadendo all’imbocco di Via del Corso. Ma siamo animali in queste situazioni e il mio istinto da gatto selvatico si è attivato segnalandomi il pericolo. Un pericolo reale, imminente. Non ricordo situazioni in cui il mio cuore sia stato così rumoroso, veloce, ansiogeno. Ci siamo spostati verso la scala che porta al Pincio. Siamo rimasti per qualche minuto a guardare la piazza gremita di gente, il fuoco e il fumo dall’altro lato. Poi di nuovo le cariche e abbiamo iniziato a salire la scala che porta al Pincio. Momenti di panico vero. Vedere una ragazza che inciampa mentre tutti salgono. Pensare ai tuoi amici che sono voluti restare nella piazza e non sai più dove sono. Arrivare sulla terrazza del Pincio su Piazza del Popolo e dirsi che forse si è al sicuro. Sì ma gli altri? Te lo chiedi, è il tuo cuore che rimbomba insieme ai petardi nella cassa toracica e grida forte Sì ma gli altri? E poi…
E poi vedere le camionette della polizia che entrano nella piazza per disperdere i manifestanti che si accalcano nelle uscite sotto gli archi. Vedere i poliziotti – manganelli alla mano – che salgono lungo la scala da dove tu sei fuggito. E iniziare a correre di nuovo a perdifiato. Mentre ti chiedi perché.
Non è un giudizio il mio, non voglio fare polemica da quattro soldi, voglio solo sapere perché ho dovuto provare questa paura. Perché ho dovuto perdere i miei amici nella folla e risentirli solo venti minuti dopo per fortuna tutti sani e salvi. Perché sono stata costretta a fuggire dopo aver manifestato pacificamente. Perché la parola pacificamente si è trasformata in guerriglia.
Questo è quello che si paga quando non si ascolta. Quando si smette di avere interesse per la cosa pubblica. Questo è il risultato. Il risultato sono cuori che da entrambe le parti (se le parti sono solo due) gridano forte e vogliono farsi sentire sempre più forte. Ma quello che si ottiene sono cuori che gridano soltanto paura.
d.