Rughe

Quando ci fermiamo per un attimo a guardare le persone che abbiamo intorno, quelle che amiamo per forza o per volontà da sempre, ci accorgiamo di quanto il tempo le stia corrodendo, divorando alla fonte. Rughe che non c’erano. Capelli bianchi che tingono d’argento. Preoccupazioni che infestano fronti e guance. Ci sono sempre state? Anche su quelle guanciotte giovani e paffute che all’improvviso si colorano di peluria o di fard? Siamo davvero così disattenti? Oppure nessuno si accorge di quelle rughe, quei capelli bianchi, quelle preoccupazioni che infestano le nostre di fronti…?

Oppure siamo degli stronzi egocentrici, egoisti, che si divertono a fare gli incompresi peter fottuto pan a vita?!
La secònda che ho detto.

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on air: Yann Tiersen – Le jours tristes

L’Ispettorrre Derrrikkk

Ora, io non voglio fare sempre la rompicoglioni. Ma l’Ispettorrre Derrrikkk era già vecchio – intendo il telefilm non l’attore – quando è uscito nel millenovecentotretatre? E la pellicola che hanno usato era quella che veniva utilizzata dai fratelli Lumière probabilmente?! Quella di scarto intendo. Inoltre, come è noto, gli sceneggiatori avevano studiato sui famosi manuali: “Come far saltare l’emisfero sinistro dello spettatore.” E anche “Fagli saltare pure il destro tanto ormai…”. Oltre a ciò il tizio che lavora con l’Ispettorrre Derrrikkk ha i capelli che manco Paolo Limiti ai tempi che stava con la bionda che presumeva di imitare l’inimitabile Marilyn. O forse lui, il tizio di Derrrikkk, voleva imitare l’acconciatura della divina. Insomma sto tizio, di cui per mia fortuna ignoro il nome, mi pare di aver capito che abbia la stessa funzione archetipica del poliziotto che lavora col commissarrrio RRRex: un tizio inutile che serve a far apparire molto intelligente il commissarrrio o ispettorrre che affianca e a sfamarlo di panini; che sia un cane o un uomo. La cosa che mi stupisce maggiormente dell’Ispettorrre Derrrikkk non sono tanto le cose appena elencate e neanche la sadica tenacia con cui la RAI continua a programmarlo ma il fatto che quelle pellicole resistano ancora! Dite che ne hanno fatto dei doppioni in cassette o meglio ancora in DVD? Allora forse si trova pure da scaricare… Fantastico!

…Ho trovato finalmente il sistema di porre fine alla mia inutile esistenza senza spargimento di sangue.

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on air: Portishead – Give Me A Reason To Love You

Da farfalla a bruco

Bisogna essere forti nella vita. Ce lo ripetiamo sempre. Ce lo ripetono sempre. Fin da quando siamo bambini. Nonostante ciò gli eventi ci portano inevitabilmente a diventare fragili, ad avere paura. A non fidarci più. Se in una fase della vita chiunque può essere importante per noi, nella successiva accade l’opposto. E anche la persona più importante può farci paura. Chi l’ha detto che siamo la specie più evoluta? Ci comportiamo esattamente rispondendo a dei bisogni primari. E difendersi è un bisogno primario. Questo bisogno si nasconde dietro mille scuse e luoghi comuni. Gli amici quelli veri si contano sulle dita di una mano. Sono una persona indipendente e per me sarebbe difficile legarmi a qualcuno. La verità è che legarsi davvero significa abbandonarsi, avere il coraggio di essere feriti, avere la forza di dipendere da qualcuno.

Essere leggeri come una farfalla.

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on air: Nirvana – Heart shaped box

La teoria di Matrix – Atto II

…se invece smetto di farmi propinare cazzate divento una non ben identificata specie di eroe che si ribella alle macchine, si sradica i tubi dal cervello, vive in un mondo a parte e prende pillole. Praticamente un Neo che non s’impomata più i capelli alla Tony Manero, non si fa più la barba e se ne va in giro con vestiti da finto povero. E magari puzza pure un po’. Dopo qualche tempo di questa vita a base di pasticche seguendo un guru che si fa chiamare Morpheus (sempre più originale che darsi qualche nome finto indiano) che cerca di salvare il mondo – anche lui, che bellezza – Neo non è più lo strafigo che evita le pallottole ballando il limbo e prende per il culo le macchine arrotandosi e avvitandosi che manco Carla Fracci. Trinity quindi comincia ad innervosirsi ad avere sto puzzone barbone in giro per casa; allora dopo aver ripetutamente cercato di dissuadere Neo dal prendere pasticche nella vana speranza di riuscire a fare quello che faceva in Matrix – no teso’ sei fuori dal sistema adesso, sei un insulso umano pure tu, fattene ‘na ragione – decide di tornarsene a casa da sua madre, Rosa. Sì la madre di Trinity si chiama Rosa. Perché Trinity mica si chiama Trinity nella realtà ma Mariangela. Come io non mi chiamo devitalizzata e voi non vi chiamate: drago87, bellissima73, e via discorrendo. Insomma la nostra Mariangela se ne torna a casa da mammà e decide che quel diploma da dattilografa è ora di sfruttarlo invece di fare l’hacker ancora a quant’anni e che forse accetterà la proposta del capo di prendere un caffè, un tè e forse anche un noi… (vi prego non uccidetemi per questa…)
Intanto Morpheus è stato rinchiuso in un centro riabilitativo per tossicodipendenti e Neo non avendo più il suo pusher di fiducia se ne va in giro per casa in accappatoio convinto che il suo tappeto sia l’unica cosa per cui valga la pena di vivere. Una specie di Grande Lebowski insomma… oddio ma non sarà che i Wachowsky Bros. sono i Coen Bros. che usano un nickname?!

Devo confessarvi una cosa, io in realtà sono Trinity e credo proprio che resterò dentro Matrix che almeno qua posso tirare calci fluttuando nell’aria, vestirmi di pelle nera senza sembrare una squillo sadomaso e il mio fidanzato schiva le pallottole ballando il limbo. Mica no.

devitalizzata

on air: Deftones – My Own Summer (Shove It)

P.S. Nella sezione downloads potete trovare il bannerino animato 😀

Mimetizzarsi

C’era una vecchia canzone di Lorenzo che diceva io non lo so chi c’ha ragione e chi no.
Chi sono i buoni e chi i cattivi. E chi lo sa. E chi se ne fotte in realtà. Meglio lasciarsi cullare dalla folla. Mimetizzarsi. Disconnettersi momentaneamente. Sarà più facile non pensare a quanto tutto quello che ti ha preceduto di buono se ne stia andando a puttane per tutto quello che di malato covava sotto la superficie delle cose e neanche troppo sotto. In realtà. Non pensare che tutti i sogni che hai fatto per fuggire sempre più lontano di dov’eri, erano solo sogni. Perché questo è un brutto mondo più brutto di quello che avresti potuto temere nel tuo angolo buio. Ché almeno lì avevi i tuoi incubi a consolarti. Sapevi gestirli. Li chiamavi quasi per nome. Potevi abbracciarli più forte quando erano l’unica certezza che avevi. Questo mondo qui invece non ha certezze, non ha angoli bui in cui rincantucciarsi. Non ha incubi con cui sentirsi al sicuro. Partorisce ogni giorno un incubo nuovo e non hai il tempo di affezionarti a quello vecchio. È un cazzo di mondo di plastica in cui anche gli incubi sono usa e getta.

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on air: Sparta – Sans Cosm

 

Nota: l’autrice si scusa con i lettori per la serietà di tale articolo e promette un ritorno all’idiozia domani. Grazie per la cortese attenzione. 😀

 

Bill&Figli Infissi

Il noto sistema operativo Finestre – di cui non posso ASSOLUTAMENTE dire il vero nome perché altrimenti il suo creatore Bill Porte potrebbe localizzarmi tramite il mio indirizzo IP e farmi liquefare il pc in due nanosecondi con un raggio laser proveniente da uno dei numerosi satelliti da cui ci spia… ma poi è un caso che si chiami Porte e abbia fatto un sistema operativo chiamato Finestre?? Quando lo lascerà in eredità ai figli cambieranno il nome della società in Bill&Figli Infissi? Ok… torniamo a parlare di Finestre. Di quanto sia stupido sto sistema operativo. Insomma io installo un nuovo programma, lo saprò che l’ho installato giusto? Dopo averlo installato vado a farmi un giro per casa così tanto per svagarmi e nel giro di diciamo 2 minuti, 20 secondi e una pipì, ho completamente dimenticato di aver installato un programma che per altro doveva servirmi a qualcosa no? Torno al pc e Finestre, mentre io sto usando il suddetto programma e magari devo aprire la cartella dei documenti, o che ne so quella della musica passando dal tasto Start, mi avverte che ho installato un nuovo programma. Scusa Finestre io ci sto lavorando con sto programma. Hai installato un nuovo programma. Hai installato un nuovo programma. Hai installato un nuovo programma… Ooooh Finestre mavaffffffanculo va! Sei più idiota di Bill Porte! Oddio no scusa Bill… volevo dire di Steve Lavori che ha fondato la Mela………………………………………………………………………………………………………..

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on air: Linkin Park Feat Aaron Lewis – Krwlng

Lettera Aperta

Questa è una lettera aperta a quelli che decidono il palinsesto televisivo. Ora io non ho la parabola, né canali televisivi che passano attraverso il cavo telefonico e mi vomitano in casa Abatantuono e consorte, né tantomeno quelli che si acchiappano attraverso uno strano apparecchietto integrato nel televisore, che hanno nomi improponibili e che se li avessero chiamati: “I nuovi canali Qui, Quo e Qua in aggiunta ai vecchi Cip e Ciop!” non faceva differenza… Insomma io c’ho la semplicissima antenna. Punto. Prendo otto canali e gli altri 37 è come se non ci fossero perché vogliono appiopparmi pentole e gioielli di dubbio gusto e non vi dico cos’altro dalla mattina alla sera. Ma io dico, capisco che il mondo stia cambiando e che voi capi dei capi delle varie emittenti televisive non è che possiate tenervi lo stesso programmatore di palinsesti per 70 anni, quindi ne prendete uno nuovo ogni 6 settimane, come fate con la cameriera, vi capisco, mi dispiace, ma non potreste dir loro di lasciarsi dei promemoria del tipo: “guarda che sto mese ho programmato già sei volte Ghost forse è il caso che ne metti un altro se no la gente va alla ricerca di Demi Moore e la fa piangere sul serio, a calci nel culo, però?”

Distinti Saluti

devitalizzata

on air: Subsonica – Colpo di Pistola

La teoria di Matrix

Secondo la teoria brillantemente esposta dai Wachowsky Bros. in Matrix (e sto parlando di Matrix punto, e non mi citate neanche Reloaded e Revolutions che vi prendo a capate) noi saremmo delle batterie per le macchine. Che vanno ad acqua esattamente come quelle delle macchine. Ora certo le macchine del film sono stratosfericamente più intelligenti dei nostri scassoni, che per altro sono probabilmente le più imbecilli dell’universo dato che si servono di un combustibile in via di estinzione (nel senso che quando si estinguerà CI estinguerà e vissero tutti felici e contenti). Però insomma non siamo pignoli, si tratta comunque di macchine. Quindi sarei sostanzialmente nutribile ad acqua e cazzate che mi vengono propinate attraverso dei tubi per permettere al mio cervello di sopportare il peso di essere un’insulsa batteria. Quindi, uhm, vediamo, esattamente come ora.

Oddio i Wachowsky sono dei geni.

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on air: Rage Against The Machine – Wake Up

P.S. AUGURI MESAUST!!!!!!!!!!!!

devitalizaddicted

La scorsa settimana per l’inaugurazione del sito ho trascorso qualcosa come 5 giorni consecutivi davanti al pc, dormendo tipo 3 ore a notte. Avendo inaugurato anche tutta una serie di social networks (dal più noto myspace al più non mi è ancora chiaro chi sia interessato a sapere i fatti miei in massimo 140 caratteri twitter), avendo ricevuto commenti dagli amici che mi chiamavano però col nome da fumetto ed essendo stata letta da quelli che di solito leggo online, ho cominciato a soffrire di una strana forma di sdoppiamento della personalità (un’altra, sì un’altra embè?!). La mattina del terzo giorno mi son meravigliata di non aver avuto con mia madre la seguente conversazione: “Mamma55 che c’hai un myspace, un facebook, un deviantart, un twitter, un tublr o un flickr?”. Lei molto candidamente avrebbe risposto: “No. Non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando e credo sia un’altra delle tue scemenze…” e io (con la stessa spocchia delle lingue della coca-cola): “Maddaiiiii Mamma55 ma dove vivi?” e lei: “In mezzo da qualche parte in Italia?!” e io: “Ok, puoi localizzarmelo sulle googlemaps?…”. E questo sarebbe stato il colloquio surreale che si sarebbe tenuto in casa mia se non fossi stata troppo impegnata a ragionare su cosa dire al colloquio – di lavoro – che dovevo avere dopo i 5 giorni da internet dipendente di cui sopra: “Buongiorno.” “Buongiorno, il suo nome, prego?” “Devi Talizzata, anzi se preferisce può chiamarmi Dott. ressa Talizzata…”

Nota: Questo post è stato scritto mettendo insieme tutte le frasette sceme che ho scritto nei vari social networks. Bruttissimo segno.

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on air: Bonobo – Pick Up

Il Cubo di Rubik

Siamo alla ricerca di un lavoro. Più o meno in 3 miliardi di persone. Un lavoro fisso eh, per carità. Niente contratto a progetto, collaborazione, tempo determinato, ti pago solo se riesci a risolvere il Cubo di Rubik o se riesci a spiegarmi se quello che ha in testa Berlusconi è un topo morto o il vomito di un gatto o entrambi. No, no. Noi vogliamo un lavoro fisso, un lavoro che ci dia la certezza di arrivare a fine mese, a fine anno, a fine decennio, alla fine insomma. E mica abbiamo studiato per niente. E mica abbiamo fatto mille stage, lavori part time, full time, prima esperienza seconda terza quarta. No. Adesso basta. Vogliamo un posto fisso. E che caz…volo. Così possiamo fare un bel mutuo e comprarci la nostra prima casetta: 25 mq, ma che importa è nostra! Tutta nostra. L’arrederemo come meglio crediamo: attaccheremo quadri nel cesso come abbiamo sempre sognato; i libri saranno accatastati casualmente – per finta, per terra; il computer avrà una zona spaziosa ed accogliente così da non doversi più sentire il fiato della stampante sul collo; le piantine aromatiche saranno disposte tutte in fila sul davanzale e avranno i loro bei nomi scritti sui vasetti. Dio che senso di libertà! Non c’è tua madre che ti urla nelle orecchie che i libri per terra fanno disordine, senza capire che quella disposizione l’hai copiata pari pari da una rivista di interior design. Mamma ma che ne vuoi sapere. I quadri nel cesso, ma come si fa t’avrebbe detto lei, mamma ma tu che ne sai dell’arredamento fatto da persone giòvani che se le studiano direttamente sui cataloghi dell’ikea ste cose qui. Mica no. E quelle piantine con quei vasetti tutti colorati e i nomi che sembrano quelli dei sette nani tutti storpiati – Fumolo, Rullolo, Squagliolo, e poi che aromi sono? Sono l’ultima tendenza in fatto di aromi, mamma, ma tu che ne vuoi sapere mica sei una persona giòvane che c’ha la sua casetta giòvane appena comprata. E la mamma, che è sempre più saggia di te – ed è comunque sempre la mamma, ti dirà: io so solo che ti mancano ancora trentaquattro anni di contributi e che per l’età che hai forse non ce la farai neanche a campare altri trentaquattro anni. Che sei troppo vecchia per fingere di accatastare casualmente libri perché potresti cappottarti e romperti un femore. E che alla tua età cercare di prendermi ancora per il culo con le piantine aromatiche è veramente patetico.
Ecco, lasciamo stare, datemi il Cubo di Rubik che lo risolvo. Ora!

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on air: Klaxons – Golden Skans